Non saprei dire con precisione quando è nata in me la passione per le arti marziali, ricordo però che all’età di sei anni mi feci regalare un libro di Karate (in quegli anni si trovavano principalmente testi sul Judo e sul Karate) cercando poi di imitare i movimenti riprodotti in foto.
Sempre quell’anno, un giorno che ero a letto per un’influenza, i miei mi comperarono un fumetto della Marvel, Shang Chi maestro di kung fu, ne rimasi completamente rapito e decisi che un giorno avrei “fatto” il maestro di Kung Fu.
Dovetti aspettare otto anni prima di trovare nella mia zona una scuola dell’arte marziale cinese; nel frattempo mi dedicai alle discipline giapponesi.
Sin dall’inizio il mio interesse era rivolto a quel qualcosa di mistico e filosofico delle arti marziali che capivo esserci, ma che ancora non riuscivo a scorgere dietro l’esteriorità delle tecniche da combattimento. Con il passare degli anni questa nebbia iniziò a diradarsi e la mia consapevolezza cresceva sempre più; dopo anni di studio, di letture, di riflessioni e contatti con altri maestri realizzai cosa fosse quel qualcosa che mi sfuggiva e quale fosse la funzione del Kung Fu tradizionale; è con questo spirito che oggi insegno l'arte marziale cinese.

Come è facile immaginare il Kung Fu, evolvendosi nel corso dei secoli, ha dato vita a innumerevoli stili, ognuno dei quali enfatizza un aspetto e ha caratteri propri.
Secondo alcuni si possono contare fino a 300 stili, secondo altri, addirittura 360; nel caleidoscopico mondo del Kung Fu, dove niente o quasi è certo, è facile fraintendere, fare passi falsi o interpretare erroneamente.
Personalmente non conosco il numero esatto degli stili di Kung Fu, ma posso tentare di tracciarne una mappa.
  Esistono un certo numero di STILI PRINCIPALI, cioè quelli che hanno attraversato la storia, giungendo a noi pressoché integri, pur essendosi adattati ai tempi e alle circostanze, dei quali è possibile parlare, con una certa disinvoltura, di programmi studi e concetti base.
  Gli STILI DI FAMIGLIA, invece, sono interpretazioni di insegnamenti incompleti o rappresentano la summa di più stili o derivanti da elaborazioni personali; tutti hanno  in comune il fatto di essere stati insegnati solo nel ristretto ambito famigliare, è per questo che sono andati perlopiù persi o sono stati inglobati da altri stili (vedi ad esempio il Lau Gar, stile della famiglia Lau, con l’Hung Gar) o, molto raramente, vengono ancora tramandati, ma non sono mai stati codificati, né registrati.
Risulta quindi difficile parlarne, a meno che non li si conosca approfonditamente o non si abbia la fortuna di praticarli.
  Spesso gli stili, anche quelli principali, hanno dato vita a innumerevoli sottostili o METODI che possono presentare marcate o lievi differenze nell’esecuzione di alcuni movimenti o della loro successione nell’ambito di una “Forma”; molto spesso hanno dei programmi studi diversi.
Pensiamo al Tai Chi Chuan, che oggi, conta almeno quattro sottostili (Sun, Wu, Chen, Yang) o al Wing Chun, che con la morte di Yip Man si è frammentato in varie correnti (Wing Chun, Ving Tsun, Yung Chun, ecc.).
  Esistono poi le VARIAZIONI LOCALI: uno stesso stile, spesso, assume caratteri peculiari a seconda della zona in cui è praticato; così, a volte, uno stile del nord, al meridione assume alcune caratteristiche proprie degli stili del sud.
A tal proposito potremmo ricordare, tra tutti, il Tang Lang, classico stile del nord, che oggi presenta una variante nota come la “Mantide religiosa del sud”.
  Vi sono, infine, stili d’ispirazione TAOISTA e altri d’ispirazione BUDDISTA.
In questo variegato panorama, cercherò di fare chiarezza, trattando degli “stili principali” e inquadrandoli in una classificazione divenuta ormai tradizionale: “stili interni” ed “esterni”, “stili meridionali” e “settentrionali”; nella coscienza che questa non potrà che essere una classificazione lacunosa, ma consapevole che sarà funzionale a uno studio più approfondito.
  Come già evidenziato in altri capitoli di questo libro, gli STILI INTERNI (NEI CHIA), erano d’ispirazione taoista, legati, quindi, all’esoterismo, all’animismo ed esprimevano con il movimento l’armonia della Natura e delle sue Leggi (“Mutamenti”, “Tao”, “Cinque Elementi”).
Tecnicamente, questi stili, si esprimevano attraverso la respirazione, l’atteggiamento mentale, la forza dello spirito, la concentrazione, la meditazione, l’uso e la ricerca del “Chi” ( vedi ”Chi e Tan Tien”).

Gli SITLI ESTERNI (WAI CHIA), d’ispirazione buddista, esprimevano concetti più concreti: velocità, forza, elasticità muscolare, tecnica, ecc.
Tuttavia, interno ed esterno, per  loro stessa natura, sono complementari e interdipendenti, rappresentando due aspetti di una stessa realtà; ogni buon praticante dovrebbe conoscere almeno uno stile interno e uno esterno.
Va detto, infine, che i sistemi esterni al loro livello più avanzato contemplano tecniche interiori e quelli interni, per completare il loro programma, si rivolgono ad aspetti esteriori.
  L’insieme degli stili, secondo alcuni dei soli stili esterni, si possono suddividere in meridionali e settentrionali.
Tradizionalmente lo Yangtze (Fiume azzurro) rappresenta la linea di demarcazione tra la “Cina del grano” (nord) e quella del ”riso” (sud).
Gli stili settentrionali si sono sviluppati nelle Regioni  e nelle fertili valli bagnate dal “Fiume giallo”, mentre quelli meridionali nelle Regioni tropicali e sub-tropicali.
E’ facilmente intuibile come ragioni ambientali, climatiche, antropologiche, politiche e una diversa tradizione storica e culturale abbiano dato origine a espressioni artistiche e marziali diverse.
Solitamente gli STILI DEL NORD sono più eleganti, raffinati, prevedono movimenti ampi, circolari, fluidi, continui e contemplano un gran numero di calci, quelli del SUD, invece, si esprimono maggiormente con tecniche di mano (i calci sono pochi e bassi), con movimenti rettilinei e potenti.

Nella nostra Accademia il settore Kung Fu è strutturato in Stili Esterni (Hung Gar, Wing Chun, Chin Na e Chang Chuan) e Stili Interni (Tai Chi Chuan stile Yang) al fine di dare allo studente una preparazione il più possibile completa.


Si Fu Giuseppe Giosuè  in una foto dal suo libro "Shaolin Darn Dao" (Ed.Sapiens)
Si Fu Giuseppe Giosuè con il Maestro Marcello Cola, da San Francisco, uno dei più grandi esponenti del Kung Fu nel Mondo