Ho conseguito la cintura nera 1° Dan di Kick Boxing nel 1992, ma le motivazioni che mi spinsero a praticarla sono state enormemente diverse da quelle che mi fecero avvicinare al Kung Fu, al Kali Esprima e al Pencak Silat. A differenza di queste ultime, infatti, la Kick boxing non è un’arte marziale ma uno sport da combattimento, che mutua le sue tecniche dalle arti marziali orientali e dal pugilato occidentale.
Non è stata, quindi, la ricerca di spiritualità, tradizione ed esotismo ad entusiasmarmi, ma il suo dinamismo, il suo approccio diretto al combattimento, le sue basi scientifiche, la sua modernità (dopo tanta tradizione), la possibilità di fare dell’agonismo, ecc.
La Kick Boxing non avrà il fascino delle antiche arti marziali, ma è sempre un divertimento per me tenere una lezione; si suda, ci si confronta, si combatte, ci si stanca al sacco, con la corda e con il punchiball, si scarica lo stress, ci si condizione sia a livello muscolare che organico, si impara a controllare i colpi, si esorcizza l’aggressività innata nell’uomo.
E’ una disciplina veramente adatta a tutti e può essere praticata a livello agonistico o, semplicemente, ricreativo.
Con un atteggiamento ludico simile, mi diletto a tenere lezioni di Power Boxe, attività di gruppo appartenente alla categoria del “Martial fitness”, di moda in questi ultimi anni; i pugni del pugilato, i calci delle arti marziali, la musica, i sacchi a base mobile, le coreografie sono gli elementi base di una lezione di Power Boxe.